Palermo splendida, disperata, decadente, morbosa, antica, in decomposizione, colta, aristocratica, provinciale, putrescente, raffinata.
obronì
domenica 14 settembre 2014
giovedì 11 settembre 2014
Pomeriggio piovoso
Pomeriggio piovoso, umido e colmo di scirocco. Oggi non si gioca. Jacopo alla prima lezione di latino. La strada per arrivare dal professore forse è più facile del previsto
Obronì
Perché Obronì? Perché Obronì, in un qualche dialetto dell'Africa occidentale, vuol dire "senza pelle". Perché è così che ci vedono i neri: senza pelle. Forse è un epiteto simile al nostro "negro", ma è senz'altro più poetico e carico di significati. Senza pelle perché, bianchi come siamo, sembriamo davvero non averne; senza pelle perché a volte, nella nostra vita di tutti i giorni, privati dei nostri sentimenti, sembriamo non avere pelle umana o animale che sia; perché senza pelle si è più delicati, ci si fa più male, si soffre di più. Dunque Obronì.
Oggi, come tanti, è un giorno dedicato a mio figlio. Sono in ferie ma mi sono alzato alle sette per accompagnarlo a fare un po' di sport, a fare tennis prima che cominci la scuola. Broncio, come al solito, perché si è dovuto svegliare presto e l'avvertimento: mica starò tutta la giornata lì. Farai come desideri, rispondo io, forse con un po' di malagrazia, visto che durante l'estate non ha fatto praticamente nulla, limitandosi a dormire, ascoltare musica e suonare un po' (quanto?) la chitarra elettrica. Mi sembra un po' solitario, il contrario di quello che ero io alla sua età, chiuso in un mondo irreale o fin troppo reale, ma limitato. Lunedì comincia la scuola. E' già tanto, e io sono felice di ciò, che abbia accettato di riprendere a fare uno sport e mi abbia consentito di fargli frequentare i professori di latino e matematica. E intanto si avvicina, per me, il giorno del giudizio.
Domani si va a Palermo per due giorni.
Oggi, come tanti, è un giorno dedicato a mio figlio. Sono in ferie ma mi sono alzato alle sette per accompagnarlo a fare un po' di sport, a fare tennis prima che cominci la scuola. Broncio, come al solito, perché si è dovuto svegliare presto e l'avvertimento: mica starò tutta la giornata lì. Farai come desideri, rispondo io, forse con un po' di malagrazia, visto che durante l'estate non ha fatto praticamente nulla, limitandosi a dormire, ascoltare musica e suonare un po' (quanto?) la chitarra elettrica. Mi sembra un po' solitario, il contrario di quello che ero io alla sua età, chiuso in un mondo irreale o fin troppo reale, ma limitato. Lunedì comincia la scuola. E' già tanto, e io sono felice di ciò, che abbia accettato di riprendere a fare uno sport e mi abbia consentito di fargli frequentare i professori di latino e matematica. E intanto si avvicina, per me, il giorno del giudizio.
Domani si va a Palermo per due giorni.
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